Telescopico, 1991

Lamiera zincata, alluminio e acciaio
58 × 20 × 350/850 cm
La dimensione variabile

Diversamente dalle travi, che hanno dimensioni fisse studiate per lo spazio espositivo, i “telescopici”, come dispositivi meccanici, si compongono di elementi che scorrono l’uno nell’altro: un sistema dalle dimensioni variabili.
Ne risulta un congegno che si adatta di volta in volta allo spazio che lo contiene, la stessa opera quindi con la sua versatilità può essere installata in differenti spazi semplicemente regolandone la lunghezza.  

Vittoria Coen, Arte e cornice, 1990; Palazzo Moroni, Bergamo (cat.)

La misurazione dello spazio

Oltre al rapporto tra l’opera e l’osservatore, esiste sempre – anche se inconsapevolmente – una relazione tra l’oggetto e l’ambiente in cui esso è collocato. Con la sua "terza dimensione variabile",Telescopico si fa spazio tra piedistalli e convenzioni celebrative rompendo la simmetria ortogonale dei luoghi come a tagliare diagonalmente una metaforica tela.
Cercando la relazione con i punti più estremi,
Telescopico sfrutta le sue potenzialità estensive per misurare i campi di esistenza dell'Arte.

Installazione alla mostra
The rules of the game, 1991
Galleria Salvatore Ala, 560 Brodway New York; dal 28.9.1991 al 2.11.1991
A cura di Antony Iannacci

Telescopico, 1991

Lamiera zincata, alluminio e acciaio
58 × 20 × 350/850 cm
La dimensione variabile

Diversamente dalle travi, che hanno dimensioni fisse studiate per lo spazio espositivo, i “telescopici”, come dispositivi meccanici, si compongono di elementi che scorrono l’uno nell’altro: un sistema dalle dimensioni variabili.
Ne risulta un congegno che si adatta di volta in volta allo spazio che lo contiene, la stessa opera quindi con la sua versatilità può essere installata in differenti spazi semplicemente regolandone la lunghezza.  

Vittoria Coen, Arte e cornice, 1990; Palazzo Moroni, Bergamo (cat.)

La misurazione dello spazio

Oltre al rapporto tra l’opera e l’osservatore, esiste sempre – anche se inconsapevolmente – una relazione tra l’oggetto e l’ambiente in cui esso è collocato. Con la sua "terza dimensione variabile",Telescopico si fa spazio tra piedistalli e convenzioni celebrative rompendo la simmetria ortogonale dei luoghi come a tagliare diagonalmente una metaforica tela.
Cercando la relazione con i punti più estremi,
Telescopico sfrutta le sue potenzialità estensive per misurare i campi di esistenza dell'Arte.

Installazione alla mostra
Umberto Cavenago, 1991
Galleria Transepoca Milano; dal 13.3.1991 al 23.3.1991
A cura di Giancarla Zanutti

The (black) hole, NONMUSEO Liceo Artistico Angelo Frattini, Varese, 2019.
A cura di Luca Scarabelli

The (black) hole, NONMUSEO Liceo Artistico Angelo Frattini, Varese, 2019.
A cura di Luca Scarabelli

The (black) hole, NONMUSEO Liceo Artistico Angelo Frattini, Varese, 2019.
A cura di Luca Scarabelli

The (black) hole, NONMUSEO Liceo Artistico Angelo Frattini, Varese, 2019.
A cura di Luca Scarabelli