Modello progettuale per l'opera in sostituzione della scultura Sfera grande di Arnaldo Pomodoro, incendiata e distrutta la notte del 31 dicembre 2001 ad opera di vandali.
Da realizzarsi in acciaio Cor-Ten 440 × 480 × 480 cm
Nel corso dell'infanzia ognuno di noi ha disegnato pressoché nello stesso modo il simbolo della famiglia, della domesticità, della sicurezza. Un segno comune che oggi definisce un luogo non più reale, ma emblematico, appartenente ad un immaginario collettivo estinto. Un oggetto della memoria, presente nella sua manifestazione formale oramai solo in forma iconica.
I non luoghi che ospitano abitualmente le dimore degli uomini in contesti abitativi urbani, sono oggi lontani da ogni connotazione ideale. Nonostante ciò, il simbolo ad essi relativo rimane lo stesso. Malgrado l'archetipo sia poco più di una forma residuale, rimane connaturata la sua immagine primigenia anche in chi non è mai venuto in contatto con la sua fonte formale.
Rispetto alla Terra, l'uomo definisce la verticale dell'angolo retto: su di esso si fonda il nostro apparato percettivo.
La progettazione architettonica ed urbanistica risentono, più di ogni altro atto creativo, della stabilità fornita dall'angolo retto. Mettere in discussione tale stabilità, significa soffrire i cardini su cui l'uomo basa la sua sicurezza. Il simbolo di tale sicurezza è un luogo, un contenitore che ogni uomo erge a sua dimora: la casa.
Scopo del progetto è la realizzazione di un luogo residuale, sopravvissuto a stento alle trasformazioni della società contemporanea, dei suoi modelli di vita e di convivenza, dai quali sembra inghiottito. Il luogo progettato è metafora della resistenza di un modello ancora valido. Non è simbolo della sua disfatta. Home sweet home è un ordigno-rifugio per la difesa della "misura d'uomo".
Una casa a pianta squadrata e tetto a capanna, costruita a partire da un modulo di sessanta centimetri di lato, in lastre d'acciaio Cor-Ten ciascuna da otto millimetri di spessore, attrezzata con doppio ingresso (lato nord-sud), due finestre (lato est) e fumaiolo (falda ovest).
Il corpo di fabbrica non sarà in piano, ma risentirà di un fuori squadra di circa dieci gradi su due assi. Risulterà pertanto in pendenza verso ovest e verso nord. L'opera non poggia su un piedistallo, ma la zolla a pianta circolare e sezione a calotta, coltivata a prato, ad essa sottostante, ne è parte integrante.
L'edificio "blindato" si comporta come una normale dimora. All'abbassarsi della temperatura sotto i dieci gradi centigradi, il comignolo produrrà una lenta emissione di vapore. All'arrivo dell'oscurità un bagliore interno sarà appena percepibile dalle finestre della parete est.
È bruciata in pochi minuti, la notte di Capodanno, probabilmente incendiata da un candelotto. Della Sfera di Arnaldo Pomodoro, la grande scultura di fibra di vetro (tre metri e mezzo di diametro) che campeggiava al centro di una fontana nella piazza Berlinguer di Rozzano, non sono rimasti che pochi e irriconoscibili frammenti.
da "la Repubblica.it, Archivio 2-01-2002
L'amministrazione Comunale di Rozzano, sotto l'egida di "Rozzano Città d'Arte", ha indetto un concorso ad inviti per la realizzazione di un'opera di scultura da collocare in piazza Berlinguer, nella frazione di Ponte Sesto.
L’obiettivo del concorso, che si inserisce in un più ampio programma della Giunta per abbellire Rozzano, è quello di restituire alla piazza e all’intera cittadinanza un’opera d’arte, dopo che la “Sfera grande” di Arnaldo Pomodoro, collocata in piazza Berlinguer, era stata incendiata e distrutta ad opera di vandali il 31 dicembre 2001.
Il Maestro aveva suggerito al Comune di Rozzano l’idea di collocare l’opera di un giovane scultore nel luogo dove era stata installata la sua Sfera. "Mi piacerebbe – aveva detto Arnaldo Pomodoro - organizzare un concorso per giovani artisti che realizzino opere originali per la piazza". L'idea, subito raccolta dal Comune di Rozzano e dal Comitato cittadino di Ponte Sesto, è diventata realtà. Tutti i progetti in concorso saranno esposti in una mostra che si terrà presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro in Via Adda 15 a Rozzano, a partire dal 24 aprile fino all’8 maggio 2004 nei giorni di apertura della Fondazione.
Una commissione, composta dai professori Arnaldo Pomodoro, Laura Panno, Flaminio Gualdoni, Marco Meneguzzo, dal Sindaco di Rozzano Maria Rosa Malinverno, dall'Assessore all'Urbanistica Massimo D'Avolio e dal parroco don Franco in rappresentanza del quartiere di Ponte Sesto, valuterà i bozzetti dei sedici artisti invitati: Giovanna Bolognini, Claudio Borghi, Giovanna Canegallo, Lucilla Catania, Umberto Cavenago, Pietro Coletta, Alex Corno, Salvatore Cuschera, Pino Di Gennaro, Eduard Habicher, Donata Lazzarini, Giuseppe Maraniello, Claudio Palmieri, Gianfranco Pardi, Paola Pezzi, Rita Siragusa.
I tre bozzetti ritenuti migliori riceveranno un premio e rimarranno di proprietà del Comune di Rozzano che provvederà ad esporli permanentemente in una sede appropriata.
All’artista vincitore verrà dato l’incarico di realizzare la scultura da collocare in piazza Berlinguer.
Modello progettuale per l'opera in sostituzione della scultura Sfera grande di Arnaldo Pomodoro, incendiata e distrutta la notte del 31 dicembre 2001 ad opera di vandali.
Da realizzarsi in acciaio Cor-Ten 440 × 480 × 480 cm
Nel corso dell'infanzia ognuno di noi ha disegnato pressoché nello stesso modo il simbolo della famiglia, della domesticità, della sicurezza. Un segno comune che oggi definisce un luogo non più reale, ma emblematico, appartenente ad un immaginario collettivo estinto. Un oggetto della memoria, presente nella sua manifestazione formale oramai solo in forma iconica.
I non luoghi che ospitano abitualmente le dimore degli uomini in contesti abitativi urbani, sono oggi lontani da ogni connotazione ideale. Nonostante ciò, il simbolo ad essi relativo rimane lo stesso. Malgrado l'archetipo sia poco più di una forma residuale, rimane connaturata la sua immagine primigenia anche in chi non è mai venuto in contatto con la sua fonte formale.
Rispetto alla Terra, l'uomo definisce la verticale dell'angolo retto: su di esso si fonda il nostro apparato percettivo.
La progettazione architettonica ed urbanistica risentono, più di ogni altro atto creativo, della stabilità fornita dall'angolo retto. Mettere in discussione tale stabilità, significa soffrire i cardini su cui l'uomo basa la sua sicurezza. Il simbolo di tale sicurezza è un luogo, un contenitore che ogni uomo erge a sua dimora: la casa.
Scopo del progetto è la realizzazione di un luogo residuale, sopravvissuto a stento alle trasformazioni della società contemporanea, dei suoi modelli di vita e di convivenza, dai quali sembra inghiottito. Il luogo progettato è metafora della resistenza di un modello ancora valido. Non è simbolo della sua disfatta. Home sweet home è un ordigno-rifugio per la difesa della "misura d'uomo".
Una casa a pianta squadrata e tetto a capanna, costruita a partire da un modulo di sessanta centimetri di lato, in lastre d'acciaio Cor-Ten ciascuna da otto millimetri di spessore, attrezzata con doppio ingresso (lato nord-sud), due finestre (lato est) e fumaiolo (falda ovest).
Il corpo di fabbrica non sarà in piano, ma risentirà di un fuori squadra di circa dieci gradi su due assi. Risulterà pertanto in pendenza verso ovest e verso nord. L'opera non poggia su un piedistallo, ma la zolla a pianta circolare e sezione a calotta, coltivata a prato, ad essa sottostante, ne è parte integrante.
L'edificio "blindato" si comporta come una normale dimora. All'abbassarsi della temperatura sotto i dieci gradi centigradi, il comignolo produrrà una lenta emissione di vapore. All'arrivo dell'oscurità un bagliore interno sarà appena percepibile dalle finestre della parete est.
È bruciata in pochi minuti, la notte di Capodanno, probabilmente incendiata da un candelotto. Della Sfera di Arnaldo Pomodoro, la grande scultura di fibra di vetro (tre metri e mezzo di diametro) che campeggiava al centro di una fontana nella piazza Berlinguer di Rozzano, non sono rimasti che pochi e irriconoscibili frammenti.
da "la Repubblica.it, Archivio 2-01-2002
L'amministrazione Comunale di Rozzano, sotto l'egida di "Rozzano Città d'Arte", ha indetto un concorso ad inviti per la realizzazione di un'opera di scultura da collocare in piazza Berlinguer, nella frazione di Ponte Sesto.
L’obiettivo del concorso, che si inserisce in un più ampio programma della Giunta per abbellire Rozzano, è quello di restituire alla piazza e all’intera cittadinanza un’opera d’arte, dopo che la “Sfera grande” di Arnaldo Pomodoro, collocata in piazza Berlinguer, era stata incendiata e distrutta ad opera di vandali il 31 dicembre 2001.
Il Maestro aveva suggerito al Comune di Rozzano l’idea di collocare l’opera di un giovane scultore nel luogo dove era stata installata la sua Sfera. "Mi piacerebbe – aveva detto Arnaldo Pomodoro - organizzare un concorso per giovani artisti che realizzino opere originali per la piazza". L'idea, subito raccolta dal Comune di Rozzano e dal Comitato cittadino di Ponte Sesto, è diventata realtà. Tutti i progetti in concorso saranno esposti in una mostra che si terrà presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro in Via Adda 15 a Rozzano, a partire dal 24 aprile fino all’8 maggio 2004 nei giorni di apertura della Fondazione.
Una commissione, composta dai professori Arnaldo Pomodoro, Laura Panno, Flaminio Gualdoni, Marco Meneguzzo, dal Sindaco di Rozzano Maria Rosa Malinverno, dall'Assessore all'Urbanistica Massimo D'Avolio e dal parroco don Franco in rappresentanza del quartiere di Ponte Sesto, valuterà i bozzetti dei sedici artisti invitati: Giovanna Bolognini, Claudio Borghi, Giovanna Canegallo, Lucilla Catania, Umberto Cavenago, Pietro Coletta, Alex Corno, Salvatore Cuschera, Pino Di Gennaro, Eduard Habicher, Donata Lazzarini, Giuseppe Maraniello, Claudio Palmieri, Gianfranco Pardi, Paola Pezzi, Rita Siragusa.
I tre bozzetti ritenuti migliori riceveranno un premio e rimarranno di proprietà del Comune di Rozzano che provvederà ad esporli permanentemente in una sede appropriata.
All’artista vincitore verrà dato l’incarico di realizzare la scultura da collocare in piazza Berlinguer.
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