Le travi e i telescopici
Dal punto di vista statico, nell’elemento strutturale "trave", sono strategici i punti di vincolo.
Nel caso delle travi di Cavenago, alle estremità dell’artefatto sono montate due ruote che svincolano l’elemento dalla staticità.
Le travi si adattano allo spazio che le ospita collegandone i punti estremi, il più delle volte trasversalmente come nell’installazione in una delle sale al piano nobile di Palazzo Moroni, antica dimora storica nel cuore di Città Alta a Bergamo, dove tra i preziosi arredi e i dipinti della collezione, due punti opposti nella stanza venivano collegati dall’opera.
Diversamente dalle travi, che hanno dimensioni fisse studiate per lo spazio espositivo, i “telescopici”, come dispositivi meccanici, si compongono di elementi che scorrono l’uno nell’altro: un sistema dalle dimensioni variabili.
Ne risulta un congegno che si adatta di volta in volta allo spazio che lo contiene, la stessa opera quindi con la sua versatilità può essere installata in differenti spazi semplicemente regolandone la lunghezza.
Vittoria Coen, Arte e cornice, 1990; Palazzo Moroni, Bergamo (cat.)
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