Sweet Home

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Uomini del Po

Il relitto

Scendo dall’argine maestro e parcheggio sul retro del  ristorante Argento vivo.
Siamo vicini alla zona dove verrà collocata Sweet Home, ovvero dove inizia il Parco di San Colombano.

Da oggi iniziamo a raccogliere immagini, testimonianze, racconti, chiacchiere dai frequentatori fissi e occasionali del posto sulla storia del luogo: proprietari di barche, casotti, giocatori di carte, passeggiatori e perdigiorno. La giornata è spelendida. Forse è iniziata la primavera.

Cento giorni senza pioggia hanno portato una grande siccità che rischia di provocare gravi danni per l’agricoltura. Tale crisi idrica ha causato un calo importante del livello del fiume Po che segna un record negativo rispetto agli ultimi 30 anni.

Sporgendoci dalla riva destra notiamo il riaffiorare di un relitto, forse la prua di un barcone di cemento. Armato di carta, biro e cellulare per scattare qualche foto cerchiamo qualcuno che ci possa dire qualcosa. Il Cacio che è un frequentatore della zona vede il signor Maurizio Torelli in compagnia dell’ amico Roberto. Ci avviciniamo e iniziamo la chiacchierata.

Torelli, detto Turèl, ci racconta che il barcone “andò giù” a seguito della nevicata, a fine febbraio di cinque anni fa. Il peso della neve fu la goccia che fece traboccare il vaso. Il barcone, dice Turèl, era già sovrappeso a causa della cementificazione: “A ghera davec paüra ad andarc sö”, (bisognava aver paura a salirci su). Era stata fatta infatti una copertura di cemento come se dovessero fare un condominio, dice Turèl. Già con la prima gettata quasi andò a fondo. Dice Turèl: “Iera müradùr, i cardeva d’esar in tera mia insl’acqua” (erano muratori, credevano di essere a terra non sull’acqua). 

Risata generale

 

Marco Panizza con il Cacio (Claudio Cavalli) incontrano gli uomini del Po