Cavenago, con la sua installazione alla Galleria Fumagalli nel 2003, trasforma lo spazio espositivo in un teatro di movimenti inattesi e sensazioni contrastanti. Utilizzando un tronco di quercia segato e suddiviso in 24 esaedri irregolari, l'artista crea forme casuali uniche, ciascuna dotata di una propria identità. Ogni elemento è equipaggiato con un motovibratore industriale, collegato tramite un cavo elettrico di lunghezza variabile a un rilevatore di prossimità montato a parete verticalmente.
Quando i visitatori attraversano lo spazio, i rilevatori attivano, uno dopo l'altro, i motovibratori. Improvvisamente, i pezzi di legno si animano, muovendosi sul pavimento con un'energia apparentemente propria. Il suono sordo e ritmato, combinato con i movimenti irregolari, crea un effetto ipnotico e perturbante, evocando l'immagine di un albero fatto a pezzi e riportato in vita come uno zombie.
Questa animazione dei frammenti di quercia sembra quasi un tentativo di bloccare il passaggio o di attaccare il visitatore, simile a un branco di cani randagi. L'opera, con la sua capacità di trasformare oggetti inanimati in entità quasi viventi, induce una riflessione profonda sul rapporto tra vita e materia, controllo e caos.
Cavenago con il suo Fremito creativo riesce a coinvolgere il pubblico in un'esperienza dinamica e inquietante, in cui l'arte diventa un'interazione viva e palpitante. La disposizione e il movimento dei pezzi, la sonorità prodotta e l'interazione con lo spazio, rendono l'opera un'esperienza multisensoriale che invita a una riflessione sul valore e il significato dell'errore, della casualità e della vita stessa.
Installazione presso la Galleria Fumagalli, Bergamo 2003
Photo © Umberto CavenagoCavenago, con la sua installazione alla Galleria Fumagalli nel 2003, trasforma lo spazio espositivo in un teatro di movimenti inattesi e sensazioni contrastanti. Utilizzando un tronco di quercia segato e suddiviso in 24 esaedri irregolari, l'artista crea forme casuali uniche, ciascuna dotata di una propria identità. Ogni elemento è equipaggiato con un motovibratore industriale, collegato tramite un cavo elettrico di lunghezza variabile a un rilevatore di prossimità montato a parete verticalmente.
Quando i visitatori attraversano lo spazio, i rilevatori attivano, uno dopo l'altro, i motovibratori. Improvvisamente, i pezzi di legno si animano, muovendosi sul pavimento con un'energia apparentemente propria. Il suono sordo e ritmato, combinato con i movimenti irregolari, crea un effetto ipnotico e perturbante, evocando l'immagine di un albero fatto a pezzi e riportato in vita come uno zombie.
Questa animazione dei frammenti di quercia sembra quasi un tentativo di bloccare il passaggio o di attaccare il visitatore, simile a un branco di cani randagi. L'opera, con la sua capacità di trasformare oggetti inanimati in entità quasi viventi, induce una riflessione profonda sul rapporto tra vita e materia, controllo e caos.
Cavenago con il suo Fremito creativo riesce a coinvolgere il pubblico in un'esperienza dinamica e inquietante, in cui l'arte diventa un'interazione viva e palpitante. La disposizione e il movimento dei pezzi, la sonorità prodotta e l'interazione con lo spazio, rendono l'opera un'esperienza multisensoriale che invita a una riflessione sul valore e il significato dell'errore, della casualità e della vita stessa.
Installazione presso la Galleria Fumagalli, Bergamo 2003
Photo © Giorgio ColomboInstallazione presso la Galleria Fumagalli, Bergamo 2003
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