Centrifugo, 2020

CorTen Steel
400 × 400 × 60 cm

A sculpture on curve

Made of Cor-Ten steel, Centrifugo is almost a parallelepiped, empty inside, uneven in its shape and broken down longitudinally to be able to bend 30° inside the hairpin. A deconstructed volume on four large wheels, two of which, those inside the curve, are solid to the ground and the other two, the outer ones, almost lifted off the ground due to the inclination.
Unlike the canonical position "on the public square and erect", the sculpture of Cavenago is inclined and on a hairpin bend.
Unlike the monument on pedestal where the public is around, its placement along a road allows the vision only while moving , better if aboard a vehicle on the way to Peccioli. The shape of the work, although characterized by minimal essentiality and while remaining firmly anchored to an abstract dimension, unequivocally refers to cycling racing, evoking with its position and placement the figure of the runner bent into a curve. The title is a reference to the centrifugal force that comes into play when a vehicle speeds through a curve.

Il titolo

Il titolo è un riferimento alla forza centrifuga che entra in gioco nel momento in cui un veicolo percorre in velocità una curva.
Un fattore fisico che anche un corridore deve tenere in considerazione: il ciclista si piega in curva con la propria bicicletta verso l'interno per compensare la spinta verso l'esterno.
L'inclinazione di Centrifugo crea la relazione che diviene visivamente efficace e sorprendente quando si osserva l'opera nel momento in cui avviene il passaggio dei corridori in quel preciso tratto di percorso.
E a quel punto che Centrifugo entra idealmente in gara in quell'attimo quando la sua posizione collima con quella dei ciclisti che gli sfrecciano paralleli.

Antonella Soldaini, 2022

Il movimento

I movimento è stato per Cavenago, fin dall'inizio della sua attività, uno dei soggetti che più lo hanno affascinato.
A partire dalla fine degli anni Ottanta l'artista ha realizzato una serie di sculture che richiamano veicoli, mezzi di trasporto o parti di essi: Motocicletta (1988), Camion (1988), Voglia di treno (1988), Sottiletta (1989), C-Duu (2011), Ringway (2015) si contraddistinguono per la presenza di ruote che diventano un topos ricorrente nel suo lavoro.
Risale al 2014 L'alcova d'acciaio (2014) che se da una parte si rifà nel titolo al romanzo omonimo di Filippo Tommaso Marinetti e al mito dei futuristi per la macchina e per il progresso, dall'altra esautora il loro interventismo storico reinterpretandolo in chiave anti bellica. L'alcova d'acciaio, installata in un bosco delle Langhe, da macchina da guerra, come era quella che ospitava Marinetti durante la Grande Guerra, si trasforma in un ambiente esorcizzato dalle velleità militaresche che nascosto dalla natura, offre rifugio e riparo.
Associato all'idea di velocità e di dinamismo e quindi al concetto di dinamicità e di trasformazione, sono anche una serie di lavori che si misurano e acquistano significato quando posti in relazione con lo spazio in cui vanno ad inserirsi. Trave (1990), Telescopico (1991), L'Arte stanca (1993) e Primo piano (2013) sono costituiti da elementi mobili adattabili a seconda delle misure e della conformazione del luogo in cui sono installati che a sua volta si modifica grazie alla loro presenza.
Per l'esecuzione delle sue opere l'artista ha da sempre considerato il processo lavorativo come una parte fondamentale del suo modo di procedere.
Tutte le sue produzioni sono realizzate partendo da una fase progettuale particolareggiata che si sviluppa nelle produzioni delle parti dell'opera in ambienti dell'ambito produttivo. Anche nel caso di Centrifugo Cavenago si è avvalso della collaborazione uno staff tecnico di ingegneri e tecnici di carpenteria.
Il risultato finale, grazie alla particolare occasione offerta dalla committenza di Peccioli è lo sviluppo ideale di quanto finora realizzato e apre, all'interno del suo linguaggio creativo, nuove possibilità di indagine e di sperimentazione.

Antonella Soldaini, 2022

Photo © Andrea Testi

Centrifugo, 2020

CorTen Steel
400 × 400 × 60 cm

A sculpture on curve

Made of Cor-Ten steel, Centrifugo is almost a parallelepiped, empty inside, uneven in its shape and broken down longitudinally to be able to bend 30° inside the hairpin. A deconstructed volume on four large wheels, two of which, those inside the curve, are solid to the ground and the other two, the outer ones, almost lifted off the ground due to the inclination.
Unlike the canonical position "on the public square and erect", the sculpture of Cavenago is inclined and on a hairpin bend.
Unlike the monument on pedestal where the public is around, its placement along a road allows the vision only while moving , better if aboard a vehicle on the way to Peccioli. The shape of the work, although characterized by minimal essentiality and while remaining firmly anchored to an abstract dimension, unequivocally refers to cycling racing, evoking with its position and placement the figure of the runner bent into a curve. The title is a reference to the centrifugal force that comes into play when a vehicle speeds through a curve.

Il titolo

Il titolo è un riferimento alla forza centrifuga che entra in gioco nel momento in cui un veicolo percorre in velocità una curva.
Un fattore fisico che anche un corridore deve tenere in considerazione: il ciclista si piega in curva con la propria bicicletta verso l'interno per compensare la spinta verso l'esterno.
L'inclinazione di Centrifugo crea la relazione che diviene visivamente efficace e sorprendente quando si osserva l'opera nel momento in cui avviene il passaggio dei corridori in quel preciso tratto di percorso.
E a quel punto che Centrifugo entra idealmente in gara in quell'attimo quando la sua posizione collima con quella dei ciclisti che gli sfrecciano paralleli.

Antonella Soldaini, 2022

Il movimento

I movimento è stato per Cavenago, fin dall'inizio della sua attività, uno dei soggetti che più lo hanno affascinato.
A partire dalla fine degli anni Ottanta l'artista ha realizzato una serie di sculture che richiamano veicoli, mezzi di trasporto o parti di essi: Motocicletta (1988), Camion (1988), Voglia di treno (1988), Sottiletta (1989), C-Duu (2011), Ringway (2015) si contraddistinguono per la presenza di ruote che diventano un topos ricorrente nel suo lavoro.
Risale al 2014 L'alcova d'acciaio (2014) che se da una parte si rifà nel titolo al romanzo omonimo di Filippo Tommaso Marinetti e al mito dei futuristi per la macchina e per il progresso, dall'altra esautora il loro interventismo storico reinterpretandolo in chiave anti bellica. L'alcova d'acciaio, installata in un bosco delle Langhe, da macchina da guerra, come era quella che ospitava Marinetti durante la Grande Guerra, si trasforma in un ambiente esorcizzato dalle velleità militaresche che nascosto dalla natura, offre rifugio e riparo.
Associato all'idea di velocità e di dinamismo e quindi al concetto di dinamicità e di trasformazione, sono anche una serie di lavori che si misurano e acquistano significato quando posti in relazione con lo spazio in cui vanno ad inserirsi. Trave (1990), Telescopico (1991), L'Arte stanca (1993) e Primo piano (2013) sono costituiti da elementi mobili adattabili a seconda delle misure e della conformazione del luogo in cui sono installati che a sua volta si modifica grazie alla loro presenza.
Per l'esecuzione delle sue opere l'artista ha da sempre considerato il processo lavorativo come una parte fondamentale del suo modo di procedere.
Tutte le sue produzioni sono realizzate partendo da una fase progettuale particolareggiata che si sviluppa nelle produzioni delle parti dell'opera in ambienti dell'ambito produttivo. Anche nel caso di Centrifugo Cavenago si è avvalso della collaborazione uno staff tecnico di ingegneri e tecnici di carpenteria.
Il risultato finale, grazie alla particolare occasione offerta dalla committenza di Peccioli è lo sviluppo ideale di quanto finora realizzato e apre, all'interno del suo linguaggio creativo, nuove possibilità di indagine e di sperimentazione.

Antonella Soldaini, 2022

Photo © Francesco Gibin
The 68th Sabatini Cup, an international cycling race held in Peccioli
Photo © Umberto Cavenago
Photo © Nadia Ponci
Photo © Andrea Testi
Photo © Andrea Testi
Photo © Andrea Testi

Installation on the parking structure before the restoration of the campaign plan.

Photo © Marcella Ferrari
Photo © Andrea Testi

Eng. Andrea Rebuzzi during the flow check

Photo © Umberto Cavenago
Photo © Andrea Testi

Welds of the two parts

Photo © Andrea Testi

Assembly of the two parts

Photo © Andrea Testi

Assembly of the two parts

Photo © Andrea Testi
Photo © Andrea Testi

Installation with Andrea, Michele, Saule e Morgan Rebuzzi.

Photo © Francesco Mazzei

Assembly of the two parts

Photo © Andrea Testi

Lifting of the upper body for the assembly of the two parts

Photo © Andrea Testi

Lifting of the upper body for the assembly of the two parts

Photo © Andrea Testi

Installation site

Photo © Andrea Testi

Insertion of the lower body into the parking system

Photo © Andrea Testi

Installation site

Photo © Andrea Testi

Installation site

Photo © Andrea Testi
Pre-assembly of the work in the workshop. Courtesy Rebuzzi.it
Photo © Umberto Cavenago
Photo © Andrea Testi

Morgan Rebuzzi

Photo © Umberto Cavenago

Pre-assembly in the workshop
rebuzzi.it

Photo © Umberto Cavenago
Photo © Umberto Cavenago

Pre-assembly in the workshop
rebuzzi.it

Photo © Umberto Cavenago

Pre-assembly in the workshop
rebuzzi.it

Photo © Umberto Cavenago

Morgan Rebuzzi measures the inclination of 30°

Photo © Umberto Cavenago

Wheel detail with Andrea Rebuzzi

Completed parking plinth

Pouring of concrete

Pouring of concrete with Gianluca Bessi

Positioning of the jig to be drowned in the foundation

Reinforcement of the foundation

Inclination at 30° of the jig

Preparation of piles for platform foundation

The curve with the arrangement of the embankment

The curve

The choice of the site

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